La storia del mondo in 80 animali by Ippolita Douglas Scotti

La storia del mondo in 80 animali by Ippolita Douglas Scotti

autore:Ippolita Douglas Scotti [Ippolita Douglas Scotti]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Newton Compton Editori
pubblicato: 2022-10-14T22:00:00+00:00


41. Dodo

Il dodo incarna il simbolo dell’animale estinto. Il Raphus cucullatus era un columbiforme endemico delle isole Mauritius dove, fino a quando non sono arrivati i coloni, non temeva alcun predatore naturale.

Il termine “dodo” deriva dal portoghese doudo, “sempliciotto”, e la scelta del nome è dovuta alla (presunta) goffaggine e scarsa intelligenza di questo animale. Invece gli olandesi, trovando le sue carni di un pessimo sapore, lo soprannominarono walgvogel, ovvero “uccello disgustoso”.

Probabilmente, il progenitore del dodo giunse dall’Asia meridionale fino alle isole Mauritius. Alcune testimonianze fossili indicano che l’antenato del dodo misurasse circa 35 centimetri e fosse capace di volare. L’ambiente favorevole, che non implicava la necessità di volare, influì sulla sua evoluzione. Le ali si atrofizzarono e gli animali si specializzarono con un forte becco per poter mangiare a terra semi molto duri e frutti. I dodo aumentarono anche in peso e dimensioni fino ad arrivare a 50 centimetri per circa 30 chili, e presero abitudini molto stazionarie. Non conoscendo minacce, la femmina deponeva un solo uovo a terra.

Sono molto rari i reperti non fossili di dodo. Nel 1755 il direttore dell’Ashmolean Museum di Oxford fece sparire l’ultimo esemplare di dodo impagliato, perché infestato dalle tarme. Sono stati conservati solo un artiglio e la testa, ma restano disegni e resoconti sull’esistenza di questo esemplare. Quando nel XVII secolo arrivarono i portoghesi e gli olandesi, distrussero l’habitat naturale del dodo e introdussero specie alloctone che lo predarono fino all’estinzione, come gatti, cani, maiali e scimmie, le quali entrarono in competizione alimentare col dodo. Inoltre, le navi portarono anche topi che ne mangiarono le preziose uova, deposte senza alcuna protezione. Così, il dodo andò incontro a un ineluttabile e triste destino. Il primo documento che menziona il dodo è un diario di bordo olandese che risale al 1598.

L’ultimo avvistamento risale al 1662.



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